venerdì 2 maggio 2008

COMUNICARE VUOL DIRE

Mai come in questo inizio secolo saper comunicare, cosa e come, è di fondamentale importanza per la vita pubblica, politica, privata.
La qualità della comunicazione è un fattore determinate e competitivo nei processi di cambiamento. Infatti il corretto utilizzo di strategie di comunicazione contribuisce a costruire, modificare e rafforzare atteggiamenti. Contribuisce a promuovere forme di legittimazione politica consentendo a chi la utilizza spazi di manovra più ampi. I canali della comunicazione diventano quindi i perni del discorso politico e del dibattito pubblico che sono poi elementi caratteristici del processo democratico. Processo che non deve riferirsi solo al rapporto tra istituzioni, partiti, movimenti, cittadini, ma deve essere capace di creare e veicolare idee e conoscenze, gusti e stili di vita.
Nella società della conoscenza e dell’innovazione tecnologica significativo è l’apporto della “comunicazione digitale”, che crea nuovi strumenti e modi per condividere, per connettere informazioni e sapere.
Questo e altro potrete leggere in Quaderni di Rassegna Sindacale, Lavori 2008, N1, nella sezione dal titolo appunto “ Comunicare vuol dire”.
Curata da Vincenzo Moretti , che ne è anche l’ideatore , questa sezione comprende interventi di: Luca De Biase, Raffaele Fiengo, Antonio Lieto, Piergiovanni Mometto, Nicoletta Rocchi, Rosario Strazzullo e le mie interviste a Fulvio Fammoni e George Siemens.

venerdì 4 gennaio 2008

Napul'è


Napul’è mille culur
Napul’è mille paur’
Napul’è nà carta sporca
nisciun se n' m'port e....... ognun' aspetta a' ciorta

Così nel lontano 1977 Pino Daniele in una delle sue più belle canzoni descriveva la sua Napoli.
Città dai mille colori, dai mille sapori, città di musica e poesia, città di grida e di silenzi.
Silenzi della gente che non parla, che non sente.
Napoli sinonimo di sporcizia e di indifferenza.
Indifferenza della classe politica, di chi amministra.
Napoli coperta da una coltre di immondizia, Napoli ostaggio del potere locale – criminale e legale. Di chi organizza feste di piazza, di chi chiede finanziamenti per eventi inconsistenti, che non portano nulla, di chi detiene il potere economico.
Ma poi la gente si stanca ed ecco la rivolta, la protesta......e così blocchi stradali, violenze verbali, fisiche, strumentali.
E intanto la città lentamente muore con i suoi colori, i suoi folklori, le sue bellezze.E aspetta'a ciorta