venerdì 4 gennaio 2008

Napul'è


Napul’è mille culur
Napul’è mille paur’
Napul’è nà carta sporca
nisciun se n' m'port e....... ognun' aspetta a' ciorta

Così nel lontano 1977 Pino Daniele in una delle sue più belle canzoni descriveva la sua Napoli.
Città dai mille colori, dai mille sapori, città di musica e poesia, città di grida e di silenzi.
Silenzi della gente che non parla, che non sente.
Napoli sinonimo di sporcizia e di indifferenza.
Indifferenza della classe politica, di chi amministra.
Napoli coperta da una coltre di immondizia, Napoli ostaggio del potere locale – criminale e legale. Di chi organizza feste di piazza, di chi chiede finanziamenti per eventi inconsistenti, che non portano nulla, di chi detiene il potere economico.
Ma poi la gente si stanca ed ecco la rivolta, la protesta......e così blocchi stradali, violenze verbali, fisiche, strumentali.
E intanto la città lentamente muore con i suoi colori, i suoi folklori, le sue bellezze.E aspetta'a ciorta

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non soffermiamoci su Napoli (dove, tra l'altro, si sta combattendo il problema...) io sto per creare un reportage su situazioni simili nel nord Italia!!!